La chiave fondamentale delle installazioni interattive è l’interfaccia con i visitatori, ovvero l’insieme di dispositivi tecnologici che permettono al pubblico di interagire con la mostra, rendendo l’esperienza un qualcosa di carattere “immersivo”.
In fase di progettazione di un nuovo allestimento, si ha la forte tentazione di usare elementi “di tendenza”, come ad esempio gli schermi interattivi (touch screen) presenti negli smartphone e nei tablet. Tuttavia, questa visione “tecnologica” non permette di percepire il fatto che i visitatori, molto spesso, preferirebbero poter interagire con elementi più familiari e, soprattutto, più in sintonia con il contesto tematico.
Indubbiamente, questi schermi interattivi semplificano molto il lavoro dell’allestimento, ma difficilmente riescono ad armonizzarsi con le scenografie e con i contenuti esposti nelle mostre e nei musei, anzi, molto spesso diventano elementi di disturbo, qualcosa di forzato e innaturale. Possiamo prendere come spunto la frase teatrale “la migliore scenografia è quella che non si vede” per dire: “in una mostra interattiva la tecnologia, anche se percepita, non dovrebbe interferire”.
Nell’inconscio delle persone, gli schermi interattivi rappresentano soltanto una fonte di complicazione e di ansietà, la mente si deve concentrare nell’imparare l’uso di un’interfaccia nuova, fissando l’attenzione su un monitor che ci porta in labirinti sconosciuti di menù a tendina e finestre a scomparsa, che molto spesso seguono una logica lontana dal contesto e forse anche dal senso comune. Nonostante l’apparente risparmio di tempo, quante volte abbiamo preferito comprare il biglietto di un treno in uno sportello “umano” piuttosto che in una di quelle “fredde” macchinette automatiche?
La tecnologia ha una forte componente auto-referenziale, esigendo i riflettori puntati su di sé e illustrando un modello moderno, pulito, colorato, veloce, innovativo, in continua trasformazione. Come controparte, i musei rappresentano il tracciato della cultura nel tempo, le radici e i punti di riferimento essenziali per una società complessa e in continuo mutamento. Parliamo di due elementi in perfetta opposizione e difficilmente compatibili.
Ciò nonostante, la tecnologia ci può dare un’esperienza ricca di contenuti, coinvolgendo gli altri sensi, descrivendo in modo approfondito quello che si osserva, creando la giusta atmosfera. Ma tutto ciò, indubbiamente, richiede da parte dei progettisti un approccio equilibrato che permetta la convivenza di queste realtà così diverse. Ed è qui che la sensibilità e la professionalità entrano in gioco, per dare il meglio di entrambi i mondi.
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