Tra le manifestazioni di “Genova 2004, Capitale Europea della Cultura”, la mostra interattiva “Genova del Saper Fare” creò un intimo rapporto ed un raffinato equilibrio tra la tecnologia e l’arte. Tale mostra coprì 9 sale, collocate su 5 piani all’interno dei Magazzini dell’Abbondanza, presso il Porto Antico di Genova (zona Expo). Ogni sala rappresentò un tema della Genova industriale e tecnologica: la grande industria, le cooperative, il porto, la siderurgia, i servizi.
Sala 2: Un mare di navi
Per rappresentare il porto di Genova, i progettisti previdero 30 funi tese tra il soffitto ed il pavimento, simili a quelle usate sulle navi. Esse dovettero essere dotate di sensori che permisero l’attivazione di proiezioni, se toccate dai visitatori; tali proiezioni avvennero sopra alcune vele che si trovarono nella sala. Ogni fune dovette essere gestita dal computer centrale in modo separato. Per quanto riguarda i sensori effettuammo diverse prove per riuscire a dare alle funi la sufficiente sensibilità di movimento, evitando tuttavia che l’elettronica fosse visibile. La soluzione migliore consistette nell’inserire i sensori all’interno delle funi e nel far passare i cavi di collegamento tra il pavimento ed il rivestimento della superficie.
Sala 3: Ferro e acciaio
Il progetto di questa sala previde la collocazione sul pavimento di 3 pedane dotate di sensori che avrebbero dovuto attivare delle proiezioni e dei suoni. Speciali altoparlanti installati sotto le pedane avrebbero dato un effetto di vibrazione a bassissime frequenze. Dal punto di vista progettuale, trovare dei sensori che fossero sufficientemente robusti per reggere il peso delle persone e resistere ad alti livelli di vibrazione non fu semplice. In un primo momento, un sistema a celle di carico, simile a quello usato nelle bilance elettroniche ci sembrò la scelta migliore. Tuttavia, essendo difficile prevedere l’andamento di questi sistemi nel tempo (effetti della vibrazione, spostamenti di taratura) decidemmo infine di realizzare appositi sensori di pressione, costituiti da due supporti di alluminio distanziati da cilindri di gomma e da un microswitch.
Sala 4: Macchine
L’impianto di questa installazione fu piuttosto complesso per la quantità di dispositivi da controllare. Nella sala vennero poste 11 eliche di grosse dimensioni azionate da motori industriali di diverse misure. Le eliche furono usate a mo’ di schermo per le videoproiezioni. Oltre al sistema di eliche con i videoproiettori, l’allestimento comprese molti altoparlanti a vista e alcuni schermi piatti. L’insieme fu molto suggestivo e diede proprio il senso delle “Macchine”. Per avviare le proiezioni tematiche, il visitatore ebbe a disposizione 4 leve distribuite lungo il percorso. Le leve del tipo “a coltello” furono veri pezzi d’antiquariato.
Sala 5: Energia e movimento
La sala 5 dal punto di vista elettronico ebbe un impianto piuttosto semplice costituito da due barriere fotoelettriche. Le proiezioni sul pavimento e sulle pareti vennero attivate quando il visitatore oltrepassò le barriere disposte su due passaggi collocati su entrambi i lati della sala.
Sala 6: Impresa lavoro cooperazione
Nonostante la sala avesse soltanto due zone sensibili, la progettazione, realizzazione e installazione di questi sensori comportò un duro lavoro. La specifica del progetto previde due vetri sensibili del tipo “touch screen” di dimensioni non standard (80 cm x 30 cm). Dopo un’accurata ricerca sul mercato, non avendo trovato soluzioni commerciali, decidemmo di costruirli da zero. I “touch screen” della mostra furono realizzati con vetri anti-sfondamento delimitati da una cornice in ferro nella quale vennero inseriti dei sensori a infrarossi. Ogni sensore fu composto da un emettitore e un ricevitore IR messi su entrambi i lati della cornice in modo da creare delle barriere infrarosse con il fascio di luce che fu interrotto quando il visitatore sfiorò la superficie del vetro. Per evitare le interferenze della luce ambientale, il fascio infrarosso di ogni sensore fu modulato ad impulsi.
Sala 8: Verso una città postindustriale?
La sala 8 fu forse quella di maggior impatto visivo e tecnologicamente la più avanzata. Su un grande schermo furono proiettate diverse fotografie panoramiche della città. Il visitatore poté prendere una delle 8 torce appese al soffitto della sala e utilizzarle come una “gomma”.
Quando il fascio luminoso fu orientato verso la proiezione, la parte illuminata si cancellò e su di essa venne proiettata la stessa parte della città fotografata, però, molti anni prima. Così si poterono osservare i cambiamenti architettonici avvenuti col passare degli anni. L’effetto fu affascinante.
Sala 9: La città futura
Al centro della sala circolare venne posto un cilindro metallico con un disco di vetro collocato nella parte superiore. Il vetro fu diviso in 4 zone e lavorò come un “touch screen”. Il visitatore poté attivare uno dei quattro argomenti (Energia, Nuove tecnologie, Logistica e Urbanistica, Immigrazione) appoggiando la mano sulla zona scelta. Per quanto riguarda l’elettronica, utilizzammo un sistema a barriere infrarosse simile a quello della sala 6.
Scheda tecnica
- Nome del mostra: Genova del Saper Fare
- Tipologia: mostra multimediale interattiva
- Luogo: Magazzini dell’Abbondanza, Porto Antico, Genova
- Anno: 2004
- Cliente: Studio N!03 – Palazzo Ducale, Genova
- Lavoro svolto: progetto e realizzazione dei sistemi elettronici per tutte le installazioni multimediali interattive
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